DI ANTONIO BACCIOCCHI · 10/01/2017
Al cospetto di un tomo di 350 pagine ci si approccia sempre con un certo timore. Poi quando uno scrive così bene e in modo tanto coinvolgente come Vittorio Bongiorno ti trovi a finirlo in un giorno e a volerne altri dieci di questi racconti e avventure. Vittorio raccoglie in City Blues tre resoconti di viaggio, già pubblicati sul “Mucchio Extra” e qui rifiniti e riarrangiati. Da Los Angeles e dintorni a Berlino fino alla “città più pericolosa del mondo”, Detroit, si intrecciano le migliori storie del rock n roll (e non solo) saltando da Gram Parsons a Nick Cave, da Iggy a Bowie, da John Lee Hooker alla prima techno, per scoprire quanto tutto ciò sia costantemente unito da un filo rosso (o nero, se preferite). Dettagli, aneddoti, citazioni, incontri speciali e particolari (Ry Cooder in un piccolo club nel deserto californiano…). La scrittura di Vittorio, come detto, è speciale, fresca, ironica, appassionata, profonda.
Un libro riuscito, un libro BLUES.Los Angeles, Berlino, Detroit: un triangolo magico dove musicisti, artisti, architetti, e gente comune hanno intrecciato le loro vite lungo un secolo nemmeno tanto breve, dando vita alla musica più travolgente, l’architettura più inventiva, la letteratura più straordinaria, il cinema senza tempo, i sogni più accecanti.
Tre tappe di un viaggio che spinge un giovane scrittore e musicista siciliano sulle tracce di David Bowie e Frank Lloyd Wright, Bertolt Brecht e Henry Ford, Nick Cave e Diego Rivera, Mies van Der Rohe e la musica Techno, alla ricerca del “suono delle città”: quella pulsazione inafferrabile, il city blues, che una città sa esprimere attraverso le voci e le visioni di chi l’ha abitata e vissuta.
Una mappa inedita che intreccia i fili delle esistenze apparentemente lontane, perché come scrive Vittorio Bongiorno, “siamo tutti uniti da improbabili connessioni”: basta saperle trovare, nascoste sotto la polvere del deserto o tra le macerie delle periferie, dormendo in letti scomodi o seduti al bancone di un bar.
Un cromosoma in meno - il numero diciassette - che impedisce di sentire il dolore fisico, ma non la paura, la rabbia o lo sfinimento. Un bambino che dietro i suoi occhialini da scienziato ha già sopportato fin troppa angoscia, farmaci e impotenza. Un vecchio pianoforte e un grande talento arrivano dove le cure non possono molto. Un vecchio pianista, uscito di casa trent'anni prima e scomparso nel nulla, torna a sedersi davanti alla tastiera, accanto al bambino. "Suoni tu?" chiede Noah. "Una volta. Tempo fa. Ma poi ho smesso." A osservarli ridere e piangere seduti vicini non sembrano poi tanto diversi.
antonio montagna (da Amazon)
4,0 su 5 stelle Storia di un concerto per il Santo
Recensito in Italia 🇮🇹 il 11 dicembre 2013
Un concerto come occasione .Siamo a Jato , nel palermitano, nel 1970, il in occasione della festa per il patrono San Calogero si organizza il concerto per rilanciare l'immagine del paese davanti ai cittadini. Una occasione per il sindaco di riconquistare il favore degli elettori; per il parroco di mantenere la propria parrocchia, per il protagonista , Pino, per ridare lustro alla propria vita. Il Duka , Duke Ellington, in visita a Palermo sarà'l 'ospite d'onore per arricchire lo spettacolo, per il Santo e per tutti i cittadini.Intorno brulica un mondo di anime infervorate, eccitate per l'evento, per dimostrare al mondo di essere valenti, vivi, orgogliosi. Pregi e difetti di una Sicilia attuale, ma anche metafora di un tempo in cui le apparenze contano più di tutto e nascondono tutte le inefficienze e le lacune del sistema.Con uno stile sobrio, frizzante, ironico Bongiorno ci conduce in questa danza, incalzante fino al gran sorprendente finale!
A Jato, sperduto paese siciliano, all'indomani di Woodstock, i fratelli Scotti si odiano per colpa di una donna, Maddalena. Pino sogna di fare un gran vino, Rosario è tornato in Sicilia per monetizzare la sua eredità, dopo una vita avventurosa da musicista giramondo col nome d'arte di Roy Scott. In paese padre Rocché, il sindaco Sciortino e gli altri abitanti stanno preparando il Festino di San Calò, il santo «negro». La chiesetta è diroccata e la curia ha deciso di chiuderla e trasferire il parroco. Ma Miranda, sedicente impresario discografico, promette di salvarla organizzando un Festino come non se ne sono mai visti. L'ospite d'onore sarà nientemeno che Duke Ellington. Mentre fervono i preparativi, tra amori clandestini, conflitti tra fratelli e inseguimenti della mafia, Rosario insegna a un gruppo di musicanti cos'è il jazz e mette su una scalcinata band. Tutti aspettano impazienti che il Duka sbarchi in Sicilia. Perché, anche se non è un santo, è il dio del jazz. E può fare miracoli. Con un'irresistibile cadenza siciliana, Bongiorno ci fa ridere e piangere, ci stupisce e ci avvince, e suona con passione ogni nota, come in una perfetta partitura.
https://distorsioni-it.blogspot.com/2011/07/book-reviews-il-duka-in-sicilia-di.html?
Cliente Anonimo Amazon: Appassionante, originale storia di formazione di un adolescente durante anni nerissimi in Sicilia.
Recensito in Italia 🇮🇹 il 29 maggio 2021
Acquisto verificato
Mi sono innamorata per la prima volta di un romanzo contemporaneo italiano. Non ci speravo più. Mi ha coinvolta, incantata, commossa, arrapata, ogni tanto mi ha fatto ridere così forte che ho dovuto mettere giù il libro per godermi fino in fondo la risata. E' un libro che spezza il cuore e lo restituisce arricchito. Una lingua, una voce, bellissima, fresca, incisiva, originale. Un miracolo.
Milano. Nino Scialoja sta per uscire dalla redazione del giornale in cui lavora quando una nota d'agenzia gli gela il sangue nelle vene: il padre di Turi, il suo miglior amico, è stato ucciso in uno scontro a fuoco. L'impatto della notizia è insopportabile, la vita gli scorre rapida davanti agli occhi: la memoria torna a Turi, alla loro infanzia affamata di tutto, alla crudeltà della strada, alla violenza come metro di misura delle cose e dei sentimenti. Per seguire il padre, magistrato Antimafia, l'intera famiglia Scialola si trasferisce alla fine degli anni Ottanta da Bologna in una Palermo bruciata dal sole e arsa dall'odio. Nino, tredici anni appena, è costretto ad accettare una realtà inattesa e molto più complessa di quella cui era abituato: dallo scontro con questo mondo cruento, tra campetti da calcio polverosi e tuguri dimenticati da dio, nasce il nuovo Nino. E si sviluppa l'amicizia con Turi Casablanca, unico vero compagno nella sua battaglia privata con la vita e unica via di fuga dalle atrocità. I rispettivi padri, spesso lontani da casa per lavoro, sono impegnati sui fronti opposti della barricata: di Federico, padre di Nino, si sa che è uno sbirro; di Alfio, padre di Turi, si conoscono soltanto i frequenti viaggi in Svizzera. Quando del sangue innocente comincia a scorrere, Nino e Turi si ritrovano invischiati in qualcosa di troppo grande, qualcosa che non possono comprendere. La legge dell'odio e i contrasti con le famiglie trascinano i due ragazzi in un percorso di rabbia e risentimento.
http://tonyface.blogspot.com/2018/06/il-bravo-figlio-di-vittorio-bongiorno.html
Torino. In una città filtrata da luci acide si muove il protagonista di questo romanzo. È uno spacciatore di droghe sintetiche che sembra avere la formula giusta per ogni dipendenza. Per ogni cliente, non solo fornisce pasticche già dosate, ma diventa un amico e un confidente, una sorta di compagno di solitudine. È un tran tran consolidato, che niente sembrerebbe poter spezzare. Qualcosa invece succede: comportamenti sospetti, strani incidenti, morti. C'è qualcuno che vuole eliminare lo spacciatore? O è lo spacciatore che non regge più le fila del proprio gioco e ne è diventato vittima? In un crescendo di tensione, fra gli squarci notturni di una città che non è davvero come le altre, lo spacciatore comincia a intravedere la verità.
Un scrittore diventato ormai celebre e famoso fonda una scuola per imparare a scrivere. E che male c'è? Un lungo monologo tagliente, sarcastico e molto divertente sulla generazione degli intellettuali da salotto televisivo: tanto egocentrismo, un po' meno sostanza. Un po' come la biblioteca della scuola: vuota.