story

HE HAD A DREAM: REMEMBERING MARTIN LUTHER KING (April 4th 1968-2018) by vittorio bongiorno

When he comes to Memphis he was happy and in jovial mood. He stepped onto the balcony of room 306 of Lorraine Motel, asking his favorite hymn “Precious Lord” to musician Ben Branch. He shared jokes and laughs with his brother, A.D. King, calling their parents on the phone. And he also started a pillow fight with Reverend Andrew Young for not keeping him informed throughout the day. He was a strong man, with a great heart and magnificent ideas for the future.

In the same moment an assassin lay in wait across Mulberry Street, with a rifle ready to fire.

He had a dream, and he gave it to millions, paying with his own life. Who’s still dreaming today?

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Quando era arrivato a Memphis era allegro e gioviale. Affacciato al balcone della stanza 306 del Lorraine Motel aveva chiesto il suo inno preferito “Precius Lord” al musicista Ben Branch. Aveva scherzato e riso con suo fratello, A.D. King, e chiamato casa per parlare coi genitori.

Aveva anche preso a cuscinate il Reverendo Andrew Young per non aver dato sue notizie per tutto il giorno. Era un grande uomo, con un grande cuore e straordinarie idee per il futuro.

In quello stesso momento un assassino lo aspettava nascosto dall’altra parte di Mulberry Street, con un fucile pronto a sparare.

Aveva un sogno, e l’ha dato a milioni di persone, pagando con la sua stessa vita. Chi è che continua a sognare oggi?

 

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Ciao Nanda: un ricordo di Fernanda Pivano (1917 – 2009) by vittorio bongiorno

Dice che Fernanda Pivano, il giorno che sono andata a trovarla col mio amico Michele Concina con la prima copia del "Bravo Figlio" tra le mani mi ha stappato subito dello champagne accompagnato da cioccolatini, e mi ha tenuto la mano stretta parlandomi di Ginsberg, di Dylan e di Burroughs ("...quanto era cattivo...).
Dice che già tre anni fa aveva paura di dormine, e infatti non voleva che la lasciassimo sola nemmeno all'una di notte ("...appena tocco il letto piango..."). 
Dice che Michele le ha raccontato della mia "citazione" nel libro, come la "donna di Hemingway", e che lei c'è rimasta un po' male. 
Dice che qualche settimana dopo, senza dire nulla, ha scritto un lunghissimo e bellissimo articolo sul Corriere, che non so ancora se meritare.
Dice che ora ride, e sta bene.
Grazie Nanda.

Genova, 18 luglio 1917 - Milano, 18 agosto 2009

2 agosto 1980 by vittorio bongiorno

Un signore gentile si viene a sedere accanto a noi, poggia la sua valigia sotto il sedile e si mette a leggere un libro di fantascienza. Mi sorride. Il signore ha un grande cappello e una giacca pesante, anche se fa caldo. Poi all'improvviso alle 10.25 di alza solo con il libro in mano e va a prendere il suo treno ma si scorda la valigia sotto il sedile, e allora io lo rincorro per dirgli che se l'è scordata, e poi sento una tremenda espl...